Dopo il post precedentemente dedicato all'argomento, mi permetto di fare ancora un appello, rivolto a chi mi segue e non solo.
E' il momento di darsi da fare per una sorta di spending review automatica, giusta e sacrosanta, “fatta in casa”, che parte da chi è stufo di avvallare i privilegi della casta. La corsa contro il tempo per la raccolta firme atta a tagliare parte dei rimborsi d'oro ai parlamentari continua, ma in troppi Comuni italiani mancano i moduli per raccogliere le firme dei cittadini.
Finora si è a quota 200.000, mentre per rendere operativo il referendum occorrono 500.000 firme.
Vale la pena ricordare che le firme si raccolgono per validare il referendum che serve ad abrogare l’articolo 2 della legge 1261 del 1965 che disciplina le indennità spettanti ai membri del Parlamento che, nello specifico, definisce i compensi relativi alla diaria ed alle spese di soggiorno a Roma dei parlamentari stessi. Considerando che gli attuali rimborsi ammontano a 3.503, 11 centesimi di euro cadauno, abrogare quell'articolo equivale ad un risparmio di 48 mila euro all'anno per ogni singolo deputato o senatore.
Forza! E' un taglio che val bene una capatina in Comune per la vostra firma entro il 27 luglio.
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