Certo è buffo: mi aspettavo un Natale “in rosso”, a causa
della crisi, del Governo, di Letta, Monti e Berlusconi, ma qui a
Vicenza c'è invece un Natale a “luci rosse”.
Si tratta del Vicenza Light Fest, durante il quale, dal 6 dicembre
al 6 gennaio, la città si vestirà di nuova luce, sulle tonalità
del bianco e del rosso, colori tipici del
Natale. L'atmosfera sarà costruita a base di tubi luminosi, fari a
led, lanterne, fibre ottiche e gelatine applicate sull'illuminazione
pubblica, con grandi lune appese tra i palazzi.
Per ora di tutto ciò c'è stato solo un piccolo accenno,
coinvolti i corsi Palladio e Fogazzaro; le installazioni saranno
anche sulle piazze (Matteotti, dei Signori, Erbe, Duomo e Castello) e
sui ponti Pusterla e San Michele. L'intenzione è quella di
ospitare installazioni di lighting design e interventi
illuminotecnici che offriranno un colpo d'occhio insolito su palazzi
storici, vie e corsi d'acqua, con riflessi rossi e giochi di luce.
L'intenzione è buona: una scommessa per rinnovare l'abito
natalizio della città in modo creativo e non banale, in grado di
attirare un pubblico non solo vicentino, ma questa “nuova luce”
sta già facendo parlare troppo di sé, non sta raccogliendo grandi
consensi e crea addirittura dei problemi alla sicurezza.
Anche la Basilica Palladiana non sarà immune da questa nuova
tendenza: con una potente illuminazione rossa dei portici potrà
assomigliare più un centro commerciale o ad un ristorante cinese.
L'intero progetto costerà 85 mila euro che non sono la sola ad
essere convinta che avrebbero potuto essere spesi meglio. A Natale, poi, quel che conta è la tradizione: io rivoglio la cascata di luci
dalla torre Bissara che tutti ci invidiavano.
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