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giovedì 6 giugno 2013

Ho trovato il mio primo “pezzo di storia”

E' da un po' che sogno di trovare un momento, una volta raggiunto un mercatino dell'antiquariato, per dedicarmi alla ricerca del numero della Domenica del Corriere del periodo della mia nascita, cioè ormai di più di cinquant'anni fa. 
 
Curiosità, curiosità grande di vedere che cosa era considerato “importante”, degno della carta stampata, ai tempi in cui sono nata. E grazie all'aiuto di un collega, che attraverso il blog ringrazio per la pazienza e la cortesia, mi sono procurata una copia de La Domenica del Corriere dell'11 gennaio del 1959.




Era l'8 gennaio del 1899 quando nelle edicole italiane apparve per la prima volta la Domenica del Corriere; costava 10 centesimi, era di 16 pagine ed era gratuita per gli abbonati del Corriere della Sera. 
Fu subito un grande successo. Infatti i quotidiani dell'epoca uscivano con pochissime pagine, piccoli titoli e lunghissimi testi, senza disegni né fotografie, mentre le copertine della Domenica del Corriere avevano bellissimi disegni colorati e molte fotografie.

Era iniziata l'era di una nuova editoria.

La nuova pubblicazione non fu concepita come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano, ma venne pensata come «settimanale degli italiani»: doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi.
La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate; il Corriere si avvaleva di un giovane collaboratore, Achille Beltrame, disegnatore all'epoca praticamente sconosciuto, a cui veniva affidato il non facile compito di predisporre una tavola con il fatto più interessante della settimana.
Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine.
Nel corso degli anni venti e trenta la Domenica del Corriere divenne uno dei principali strumenti di informazione non solo della borghesia colta, ma di buona parte della popolazione italiana alfabetizzata. In questo periodo divenne il settimanale più venduto in Italia: le vendite raggiunsero le 600.000 copie. Sulle pagine della Domenica del Corriere trovarono una vetrina popolare anche le grandi firme del Corriere, come Luigi Barzini ed Indro Montanelli, primo direttore dopo la fine della guerra; lasciò la direzione alla fine del
1946 per tornare al «Corriere della Sera».
Dopo Montanelli comincia la lunghissima direzione di Eligio Possenti, critico teatrale, che guidò la «Domenica» fino al 1964, coadiuvato dal direttore "ombra", lo scrittore Dino Buzzati.
Negli anni cinquanta «La Domenica del Corriere» fu in testa alle vendite dei settimanali con 950.000 copie (con un picco di 1.300.000 nel 1952-53). Dopo un periodo di stanca agli inizi degli anni sessanta, dovuto soprattutto al diffondersi della TV, il settimanale fu rilanciato e nel 1966 tornò ad essere il più venduto in Italia, sfondando più volte il milione di copie.
La concorrenza dei settimanali d'informazione portò comunque ad una graduale, ma inarrestabile crisi; a nulla servì adeguarsi agli standards degli altri settimanali popolari rinunciando per sempre alle copertine disegnate per adottare la fotografia.
Dopo vari tentativi di rilancio la Domenica del Corriere chiuse definitivamente nel 1989 per trasformarsi in un nuovo settimanale di cronaca nera e rosa, che poco o nulla aveva a che fare con la storia e la tradizione della Domenica del Corriere.


Ma veniamo al mio numero, al mio pezzo di storia, all'11 gennaio 1959 (anno 61, n. 2).

Walter Molino, disegnatore che aveva sostituito Achille Beltrame, dedicava la copertina disegnata all’Udienza che il Santo Padre Giovanni XXIII aveva concesso ad Orlando Orfei.
I duecentocinquanta componenti il Circo Orfei sono stati ricevuti in Udienza da Giovani XXIII – recita la didascalia al disegno di copertina – Orlando Orfei teneva fra le braccia un leoncino, Dolly, che il Pontefice ha cautamente accarezzato; cautamente perché la piccola belva, eccitata da tante novità, appariva piuttosto irrequieta
Alberto Orfei, figlio di Orlando, in anni successivi ha raccontato come l’udienza e la copertina della Domenica del Corriere che la racconta abbiano dato una nuova dignità al Circo nei confronti dell'opinione pubblica, con un notevole salto di qualità. 
 
E veniamo alle altre cose considerate importanti e degne di una lettura settimanale: qui solo per “sommissimi capi” dato che dedicherò del tempo alla loro lettura e ad un nuovo post, il prossimo fine settimana.

Girando le pagine, proprio come si fa al bar mentre si sorseggia il caffè:
A pagina 5: dalla rubrica 7 giorni nel mondo apprendo che il mio primo giorno di vita a Cuba hanno vinto i ribelli e che il dittatore Batista è in fuga. Sarà una coincidenza, ma nella mia vita sono stata (e lo sono tuttora) un po' ribelle anch'io.
A pagina 7: apprendo che l'idolo delle minorenni è Tony Dallara. Sarà una coincidenza, ma ancora oggi, a volte, sotto la doccia o mentre guido e sono in macchina da sola, canticchio “come prima, più di prima ti amerò".
A pagina 11: apprendo che a Cervinia, dove Colò nel 1947 volò a 159 Km all'ora, il giovane Schranz e l'anziano Molterer hanno studiato speciali sci per battere in primavera il record di velocità assoluto su sci detenuto dall'americano Miller con 175 Km.  Qui, ahimè, non ci sono coincidenze degne di nota; sugli sci sono sempre stata piuttosto incerta e non ho mai nemmeno pensato di cercare risultati da record.
A pagina 14: c'è un articolo sulla Svalutazione. Sarà una coincidenza, anzi no. Questa è proprio una costante della mia vita; non credo sia solo per la svalutazione, ma i soldi mi scappano continuamente dalle mani.....