Powered By Blogger

Cerca nel blog

mercoledì 18 febbraio 2015

Vicenza anche solo di passaggio



Oggi un post velocissimo.
Se siete di passaggio a Vicenza, anche per vedere la mostra Tutankamon, Caravaggio, Van Gogh alla Basilica Palladiana fino al 2 giugno 2015, fermatevi per riprendere fiato dopo il tour tra le varie sale e per un piccolo spuntino al “Bocconcino”, simpatico localino in via IV Novembre.
Fatelo per due motivi: le ragazze che gestiscono il locale sono veramente simpatiche e sono in grado di risolvere tutte le vostre esigenze, anche vegane e poi perchè in questi giorni e fino al 21 febbraio, sono in mostra alcuni quadri di una cara amica Arianna, pittrice ed artista, donna dai mille impegni che spaziano dal sociale al politico.

Vedere per credere!


sabato 14 febbraio 2015

Se fuori nevica, i giacinti ti portano la primavera in casa

Se non siamo stati previdenti e non abbiamo piantato i bulbi in giardino durante l'autunno,  possiamo comunque godere di una bella fioritura in casa, grazie al giacinto, quando fuori è ancora tutto gelato o c'è un po' di neve nel prato.
Il giacinto è una bulbosa, una specie di “cipolla” da cui spuntano magicamente le foglie e, ancor più magicamente, i fiori. Fiorisce una volta all’anno, ma pochi bulbi in fiore sono sufficienti a dare una decisa nota di colore e di profumo anche all'angolo più triste di una stanza. I colori sono i più vari: blu, rosa, lavanda, i toni del violetto e del fucsia; ultimamente sono stati ibridati dei bulbi in sfumature di giallo e arancio.
Può capitare anche la fortuna di incappare in bulbi “multiflora”, ovvero che producono da un unico bulbo due “fiori”: le infiorescenze sono un po' più piccole di quelle singole, ma ancora più decorative e “piene”.
In casa si può coltivare con coltura idroponica, in appositi contenitori di vetro: in questo caso si possono seguire tutte le fasi di crescita.
Si possono acquistare in vaso anche adesso nei garden center o ai supermercati o si può tentare la forzatura lasciando i bulbi per una decina di giorni in un sacchetto di carta nel cassetto del frigorifero. Poi, piantati nel terriccio e tenuti dentro casa, in un paio di settimane cominceranno ad emettere le prime foglie e nelle successive due settimane, concimati ed innaffiati sempre, inizieranno ad aprire il fiore. 
 
Ecco infatti come si presenta la finestra del mio bagno a piano terra che è una bocca di lupo. I bulbi ricevono luce dall'alto ed alcuni di loro sono fioriti da prima di Natale. Si tratta sia di alcuni bulbi forzati, che di altri coltivati in idroponica. 


 
A fine fioritura, appena le temperature si faranno più miti, provvederò a piantarli in terra. 
I giacinti, infatti, dopo la fioritura vanno a riposo e devono rimanere all'asciutto. Nessun problema con freddo e gelo; dunque se il bulbo sarà abbastanza forte, fiorirà l’anno seguente a primavera, altrimenti lo farà, più probabilmente, negli anni successivi, ma con fiori sempre più piccoli.

venerdì 6 febbraio 2015

Spritz in compagnia di Toscani!!!



Proprio in questi giorni infuria la bufera su Oliviero Toscani che, intervenendo alla trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24, ha definito noi Veneti «un popolo di ubriaconi e alcolizzati”. «I veneti sono un popolo di ubriaconi - Alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri». «Poveretti i veneti - ha ribadito - non è colpa loro se uno nasce in quel posto, è un destino. Basta sentire l'accento veneto: è da ubriachi, da alcolizzati, da ombretta, da vino».

E mentre mi sento offesa, a causa di queste uscite gratuite, sto pensando di far sbollire la rabbia concedendomi un ottimo spritz.
Lo spritz, per quei pochi che ancora non lo sanno, è un aperitivo alcolico italiano, popolare in tutto il Triveneto, a base di vino bianco o Prosecco, bitter e acqua frizzante o seltz. È un cocktail ufficiale della IBA (International Bartenders Association), con il nome "Spritz Veneziano"
Nella sua forma originaria, ottenuta dalla semplice mescolanza fra vino bianco e acqua frizzante, viene tuttora comunemente consumato in tutto il Triveneto. Negli anni è stato perfezionato al punto di renderlo un vero e proprio aperitivo consumato in tutta Italia. In tempi più recenti alla forma originaria è stato aggiunto il bitter (con i marchi Aperol, Campari o Select).
In anni recenti è stato anche promosso, a livello nazionale, dalla ditta produttrice dell'Aperol con una campagna pubblicitaria televisiva e un prodotto dedicato pre-miscelato.

Per la cronaca, per il resto d'Italia e per chi non è ubriacone e alcolizzato” come noi Veneti, la ricetta veneziana prevede:
1/3 di vino bianco,
1/3 di bitter
1/3 di acqua frizzante
La ricetta ufficiale IBA (che è la mia preferita) prevede:
6 cl Prosecco
4 cl Aperol
Una spruzzata di soda/seltz.
La preparazione suggerisce l'utilizzo di un tumbler basso (bicchiere old-fashioned), contenente del ghiaccio, in cui versare il prosecco, l'Aperol e infine il seltz, mescolando. E' di rigore la mezza fetta d'arancia per guarnire.

Le origini di tale aperitivo sono ignote, tuttavia fra la popolazione veneziana si narra che una parte non indifferente nella diffusione dello spritz l'abbiano avuta i soldati dell'Impero austriaco durante la Repubblica Serenissima che, per stemperare l'elevata gradazione alcolica dei vini veneti, popolo di ubriaconi e alcolizzati” già prima dell'avvento di Toscani, avrebbero allungato con acqua frizzante; da qui si vuole l'origine del nome, che si vuole derivare dal verbo tedesco austriaco spritzen, che significa "spruzzare", il gesto appunto di allungare il vino con l'acqua frizzante.

Come cocktail nasce presumibilmente tra gli anni ’20 e ’30 del ‘900 tra Padova e Venezia, quando si pensò di unire l’Aperol (presentato alla Fiera di Padova nel 1919) o il Select (prodotto dai fratelli veneziani Pilla) all’usanza, portata nell’Italia settentrionale dai soldati austroungarici, di diluire il vino (soprattutto bianco, ma anche rosso) con il selz o con l’acqua minerale gassata. Di tale usanza austriaca, conservatasi pressoché inalterata a Trieste, asburgica fino al 1918, rimane eco presso la popolazione anziana di molte località del Nord-est italiano e, con il nome di “vino spruzzato”, anche a Milano. Acquisita un’enorme popolarità a Venezia, a Padova e nell’intero Veneto a partire dagli anni ’70, lo spritz diventa un cavallo di battaglia dell’Aperol e, con la denominazione di “spritz veneziano”, viene ufficializzato in tempi ancor più recenti all’I.B.A.

Nel corso degli anni, la bevanda si è rapidamente diffusa nelle altre città del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, del Trentino, dell'Istria e in tutta l'Italia centro-settentrionale. La sua notorietà a livello nazionale è avvenuta tramite la pubblicità dell'Aperol che ad inizio 2008 ha avviato una campagna pubblicitaria inneggiante al consumo dello spritz, favorendone così la diffusione anche ad altre regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna, e anche a città più a sud ed estere.

Io preferisco la variante Aperol.

L'Aperol è nato a Padova; l’ha creato l’imprenditore Silvio Barbieri nel 1919 nell’azienda F.lli Barbieri di via Gattamelata. Fu l’idea geniale di un uomo che, in un momento in cui si beveva molto (ma che Toscani abbia ragione?), riuscì a creare un aperitivo poco alcolico, di appena 11 gradi.
Era stato in Francia e lì, nello slang, l'aperitivo lo chiamavano aperò. Tornato in Italia ci ha aggiunto furbescamente una “l “e ha creato l’Aperol. Ma nel 2003 prodotto e marchio sono stati acquisiti dal Gruppo Campari. Inutile raccontare l’esplosione commerciale, soprattutto a Padova, città universitaria, dove lo spritz oltre che una bevanda è anche un fenomeno sociale. Da sempre il popolo dell’aperitivo si è diviso nelle due “scuole di pensiero”: Aperol o Campari.

Ed ecco la notizia dei giorni scorsi apparsa sul Mattino di Padova.
Al Gran Caffé Diemme di piazza dei Signori a Padova lo spritz non si fa più con l’Aperol; da qualche settimana viene utilizzato solo ed esclusivamente aperitivo Luxardo, con una decisione del gestore del locale nato sotto lo storico marchio che potrebbe rapidamente diffondersi in tutti i locali aperti in città sotto lo stesso brand. «Ho deciso di farlo per vari motivi: quello di Luxardo è un prodotto a chilometro zero, è molto buono e in un momento di crisi è giusto favorire le aziende nostrane. Aperol, ormai, è proprietà di una multinazionale», spiega il gestore.

A questo punto che dire?
E' vero, Toscani si è scusato, moooolto a modo suo, con il ns. governatore Zaia e con noi Veneti ubriaconi, un altro Aperol Spritz (eventualmente con Luxardo) ci aiuterà a dimenticare.
Ma forse Toscani potrebbe essere del giro.....