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venerdì 30 settembre 2011

Domenica 2 ottobre a Vicenza per "Pagine InChiostro"

Se non sapete che cosa fare domenica prossima, 2 ottobre 2011 e vi trovate a passare da Vicenza, consiglio un giretto alla manifestazione "Pagine InChiostro", iniziativa dell'Associazione Culturale Il Tritone di Vicenza e realizzata con il patrocinio del Comune di Vicenza, della Provincia di Vicenza, della Biblioteca Civica Bertoliana e della Biblioteca Internazionale La Vigna.
L’evento sarà di scena per l’intera giornata di domenica al Chiostro del Tempio San Lorenzo con accesso dall’omonima piazza che si affaccia in Corso Fogazzaro a Vicenza


Nelle foto la Chiesa di San Lorenzo, con il Chiostro, tratta dal sito di Gilberto Pavan Editore.

mercoledì 28 settembre 2011

Scatole di latta: 2^ parte

Eccoci quindi alla seconda puntata sulle scatole di latta.
Qui la prima parte dove vi avevo promesso di farvi vedere qualche esemplare della mia piccola collezione, ma... non è ancora il momento, anche perchè preferisco far fare le foto, visto che il cellulare ha dato pessimi risultati.

Girellando in rete, ho notato che c'è più di qualche sito interessante sull'argomento; primo tra tutti vi segnalo “La Casa delle Antiche Scatole di Latta” che ci accompagna ad un vero e proprio museo creato a Gerano, in provincia di Roma.
Vale la pena soffermarsi a leggere i contenuti del sito dove è dettagliatamente descritta la storia della scatole di latta.

Con grandissimo piacere inoltre, stamattina proprio leggendo un quotidiano di libera distribuzione, non ho potuto fare a meno di notare la pubblicità di Bianca Maria Martelli, come me blogger, come me di Vicenza (per la verità io sono della provincia), come me appassionata di mercatini, anzi standista a Piazzola sul Brenta (se la cercate sarà allo Iutificio allo Stand n. 26).
Il suo blog, veramente bellissimo, è un invidiabile spaccato di vita da ”brocanteuse”, o forse meglio da antiquaria e, se cercate tra i post, visto che è esperta in scatole di latta, trovate anche alcune pagine di una dispensa Fabbri Editori : “Scatole di latta"

Trovo inoltre molto carino, come dicevo nel mio post precedente, che alcune aziende utilizzino ancora le scatole di latta per il packaging di alcuni prodotti: di recente al supermercato ho visto prodotti Caffarel e Lazzaroni.

Una citazione a parte merita, per l'originalità un Biscottificio di Roma che per festeggiare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia ha creato una biscottiera tricolore.

martedì 27 settembre 2011

Il bon ton del Blog: la Blogtiquette

Non lo sapevo proprio, ma esiste anche un bon ton per i bloggers: la Blogtiquette
Ma di che cose si tratta?
Vi ricordate della netiquette, letta e riletta ai tempi in cui eravamo neofiti di Internet? Ebbene esiste anche una linea di comportamento etico/pratica che disciplina le dinamiche di relazione tra bloggers. In realtà non se ne sa mai abbastanza sull'argomento perciò, per evitare ulteriori cadute di stile nella quali sono incorsa più volte nella gestione del mio blog e nei rapporti con gli altri, vi riporto le regole direttamente da Wikipedia.


Regole e principi della Blogtiquette
1. Rispetto - Indipendentemente dal pagerank, dalla notorietà e dalla anzianità di servizio, ricordare che dietro alla piattaforma c'è sempre un individuo che merita a priori il nostro rispetto.
2. Evitare i commenti inutili - Capita alcune volte di leggere in rete delle imprecisioni negli articoli pubblicati: contare sino a dieci e mettere un freno alla nostra saccenza. Evitare di postare un commento che sottolinei pubblicamente l'errore e soprattutto l'inadeguatezza dell'autore: scrivere una email all'interessato potrebbe rivelarsi un'ottima idea!
3. Nessuno merita la nostra invidia - Se il "blog del vicino è sempre il più bello" ciò non significa affatto che il nostro sia il più brutto! Evitare quindi di escludere dalle proprie letture chi abbia del talento: ognuno di noi ha sempre da imparare dall'altro e copiare lo stile altrui può rivelarsi tanto utile all'inizio della attività di blogger quanto coercitivo per la nostra creatività con il trascorrere del tempo: practice makes perfect.
4. Citazioni - Redigere un post comporta di sovente la necessità di consultare un ampio volume di fonti grazie alle quali l'articolo risulterà maggiormente particolareggiato ed esauriente nel suo contesto. Evitare la tentazione di attribuire a se stessi lavori che non siano frutto del nostro operato e sfuggire un utilizzo inopportuno del "copia & incolla". Segnalare quindi con un link la pagina di riferimento (permalink) citando l'articolo "fonte di ispirazione": riceverete certamente la gratitudine dell'autore nonché una buona spinta da Google. Il "condividere" è l'anima del web 2.0, non siate parsimoniosi.
5. Immagini - Quando si ha l'intenzione di utilizzare una immagine online che non sia di proprietà, evitiamo di inserire l'URL diretto alla medesima nei nostri post poiché è un furto di bandwidth, azione quest'ultima particolarmente irritante per il sistema nervoso dei webmaster: ogni volta che un visitatore accederà alla nostra pagina con il link all'immagine rubata, verrà attivato il server (a pagamento) del proprietario sottraendo della banda dalla quota mensile. Per i più distratti, ricordo che il servizio di statistica di un dominio Top Level rileva e segnala prontamente l'indirizzo web del fruitore della immagine rubata. Sarà dunque opportuno salvare le immagini ed effettuare l'upload delle stesse sul proprio server oppure avvalersi di un servizio-hosting.
6. Post & Commenti - Il pubblicare un articolo online equivale a renderlo di pubblico accesso quindi, potenzialmente consultabile. Sarebbe un ottimo punto di partenza lo scrivere gli articoli nel rispetto della sensibilità altrui evitando di conseguenza di cadere negli eccessi e/o parlare esclusivamente di se stessi e di cosa abbia avuto per cena il proprio gatto. Il rispondere ai commenti dei lettori poi è un'ottima manifestazione di cortesia e di implicita gratitudine: nessuno ha l'obbligo di leggere il nostro blog!
7. Rivalità - Entrare nell'ordine di idee che gli altri blogger non sono dei potenziali nemici sebbene pubblichino degli articoli che vertono su delle tematiche simili alle proprie. Una sana concorrenza è propedeutica al miglioramento delle prestazioni tecnico-letterarie di un blogger purché il meccanismo in sé non divenga una mera ossessione da "primo della classe". Piuttosto, il fare visita e commentare i post di quella tipologia di siti che appartengono alla propria niche potrebbe rivelarsi una scelta piuttosto azzeccata poiché il visitatore medio è già sensibile all'argomento quindi, sarà facilmente attratto anche dal nostro blog.
8. Splogging - Evitare di inserire nei commenti di un post una pubblicità smodata (link, citazioni, etc.) verso il proprio sito in particolar modo se non ha alcuna attinenza con l'argomento trattato dall'articolo redatto dal blogger al quale abbiamo fatto una visita.
9. Visite - Così come è piacevole per ogni autore il leggere nelle pagine del proprio blog un commento da parte di un nuovo utente, spesso accade che non venga resa la cortesia contraccambiando la visita: lo snobbare i lettori è uno dei peggiori atteggiamenti relazionali che possa essere intrapreso in Rete. Il blogging è per antonomasia reciprocità!
10. Keywords - Evitare un utilizzo improprio delle parole chiave con il fine di migliorare il pagerank inserendo delle tags che esulano dal contesto dell'articolo che verrà pubblicato. Sebbene questa attività sia particolarmente redditizia su di un piano di visibilità e di posizione negli indici dei motori di ricerca, non lo è altresì sotto un aspetto etico: il potenziale utente sarà attratto dal nostro articolo con la convinzione di poter leggere un determinato contenuto mentre il post offrirà solamente la keyword e nulla di più. Specchio per le allodole...
11. Pay Per Post - L'utilizzo di questa tipologia di advertising è a discrezione dell'autore del blog. Evitare comunque di pubblicare degli articoli a pagamento privi di una nota informativa che lo segnali: l'utente avrà così la piena facoltà di leggere oppure no il post. Alcuni servizi di promozione pubblicitaria richiedono esplicitamente al blogger di enfatizzare (Tone) il contenuto dell'articolo a pagamento: l'azione è moralmente discutibile tanto su di un piano personale quanto sul potenziale rapporto di fiducia verso il lettori. Il generare in un modo onesto delle rendite attraverso il proprio sito è una soluzione che può ovviare le numerose spese di gestione, a patto che non si inganni la buona fede altrui.

Che ne dite? Chiedo scusa a coloro che hanno visitato il mio blog, lasciando un commento, e cui non ho ancora risposto. Mi ripropongo di lasciare un commento su tutti i blog che, casualmente o meno, mi trovo a visitare.

Buon lavoro a tutti!

Ancora collezioni: le scatole di latta

Non so se sia così anche per voi, ma nel periodo natalizio la spesa al supermercato è più piacevole da quando le ditte produttrici di dolciumi, che devono assecondare il gusto di noi consumatrici, hanno ripreso le scatole di latta come "confezione delle feste" per pandori e panettoni, dopo averle snobbate per anni, preferendo ricorrere al più economico cartone.
Quegli involucri colorati ti strizzano l'occhio, complici, dallo scaffale dove sono sistemati.
Ed è così che le scatole di latta entrano nelle nostre case, un po' in punta di piedi, per poi riconquistare un posto in evidenza, proprio come era nel passato.
Se le scatole sono antiche, infatti, la schiera dei collezionisti è vasta ed il motivo di questo interesse è spiegabilissimo, dovuto al fascino irresistibile dei disegni riprodotti. Quando se ne trova una in casa che si era proprio dimenticata, è come aprire una parentesi sul passato perchè è sicuramente piena di bottoni, figurine, vecchie foto ingiallite e sembra profumare ancora di biscotti, cacao, caramelle, talco, cipria, tabacco...



Nate da una particolare esigenza, la conservazione dei prodotti alimentari, utilizzate all’epoca di Napoleone come contenitori di porzioni per l’esercito, cominciano a prendere forma nel primo quarto di secolo dell’Ottocento.
Il materiale di costruzione è l’acciaio, lavorato in fogli sottili e ricoperto di stagno dotato di caratteristiche ottimali quali duttilità, costo contenuto, valore igienico e conservativo. L’industrializzazione impone la necessità di far viaggiare i prodotti alimentari, ma anche chimici o manifatturieri, in appositi contenitori. E la scatola di latta arriva a proposito.
Ma il lancio definitivo va attribuito all’industria dolciaria; a Torino la Caffarel, per rispondere alle richieste dei consumatori ed incrementare le vendite, comincia a proporre i propri prodotti in scatole di latta, che poi diventano utili contenitori domestici, per qualsiasi esigenza.
Riportando il nome della ditta e del prodotto, inoltre, si trasformano in un veicolo pubblicitario.
Con l’avvento della cromolitografia e della relativa tecnica per applicarla su metallo, alla fine dell’Ottocento, si inizia ad inscatolare di tutto: biscotti, cioccolato, caffè, caramelle, torrone, per quanto riguarda i prodotti alimentari, ma anche lucido da scarpe, tabacco, prodotti farmaceutici e la mitica pastiglia Leone.
E pensate forse che io non abbia nemmeno una di queste scatole di latta? Certo, ma per le foto di qualche pezzo della mia collezione ci vediamo al prossimo post.

lunedì 26 settembre 2011

La soffitta e .. to give a gift ....

Dal Blog Atmosfera di casa....
http://atmosferadicasa.blogspot.com/2011/09/la-soffitta-e-to-give-gift.html
Un tripudio di trine, pizzi, bordure, lavori all'uncinetto e chi più ne ha più ne metta


Scade Giovedì 29 settembre: affrettatevi!!

giovedì 15 settembre 2011

Acqua e argilla: mischia magica oggetto di desiderio

Ad una recente visita al Mercatino di Piazzola sul Brenta mi è capitato di vedere dei piatti molto particolari, che lo standista mi indicato come "Barbotines".
Ne sono rimasta talmente tanto incantata, sia per i colori che per le lavorazioni a rilievo, da far scattare in me il desiderio di saperne qualche cosa di più.







La fase di maggiore sviluppo nella produzione delle Barbotines va individuata nel 1800; inizialmente il termine era in uso solo in Francia, dove è stata più considerevole la loro produzione e dove ancora oggi è più facile acquistarle presso qualche antiquario o in qualche mercatino, ma se ne sono avute realizzazioni importanti anche in Italia, Austria, Germania, Belgio ed Olanda.
Il pregio e la bellezza di questi oggetti sta tutta nel particolare tipo di lavorazione che evidenzia decorazioni a bassorilievo che vengono a loro volta impreziosite dai colori; le decorazioni avvengono usando colori uniformi, ma la vera particolarità è il risultato che si ottiene: lo smalto si oscura nelle cavità, mentre i rilievi appaiono più chiari ed il loro alternarsi mette in risalto il motivo in chiaroscuro.
I materiali con cui sono realizzati sono una mischia magica di argilla ed acqua; non sono stati prodotti solo piatti, ma anche brocche, vasi e cache pot.
La tipologia delle decorazioni è molto varia: si va dai paesaggi, agli stemmi gentilizi, agli animali, ma si trovano soprattutto piatti con fiori, vegetali e frutti, tutti centrati sul fondo, con bordure a volte traforate, intrecciate o modellate.

Le Barbotines vanno considerate sicuramente un oggetto del desiderio per chi è collezionista e sono convinta che, dati gli splendidi colori, possono essere un punto focale non indifferente se i piatti sono usati nella preparazione di una “tavola delle grandi occasioni”
Si tratta di una collezione inusuale e sicuramente di non facilissima realizzazione in quanto i pezzi non sono reperibili ovunque; altra nota dolente è rappresentata dal prezzo. In rete sono molte le offerte di piatti e brocche, mentre sono abbastanza scarsi i materiali di documentazione.

Per maggiori informazioni vi rimando ad un sito in lingua francese, che potete trovare qui, molto interessante, ben curato e che raggruppa virtualmente un po' tutto quanto fa riferimento a questa tecnica, pubblicazioni comprese.

lunedì 5 settembre 2011

Vintage mood a Padova

Ecco un appuntamento da non mancare: il Vintage Festival 2011 che si svolgerà nel cuore della città del Santo, in uno storico palazzo del '500.


Il festival, che è già alla seconda edizione, introduce un approccio non convenzionale ai temi vintage, ben lontano da tendenze nostalgiche; si tratta di un Vintage moderno, trasversale tra cinema, moda, design e musica, che sarà il fil rouge anche dei numerosi workshop.
Dal 9 all'11 Settembre quindi il coinvolgimento nel Vintage sarà totale: i visitatori potranno partecipare gratuitamente a vari workshop con nomi importanti come Maria Luisa Frisa che lavora per la Fondazione Pitti Immagine Discovery, i designer Marco Zito e Joe Velluto, A.N.G.E.L.O., Jonathan Kashanian, Carla Gozzi del programma televisivo Ma come ti vesti?! e molti altri ancora. Poiché i workshop sono a numero chiuso, è necessario iscriversi in tempo sul sito internet dell'evento.

L'agorà centrale del complesso San Gaetano di Via Altinate ospiterà la mostra mercato con selezionati espositori nazionali e internazionali, che condivideranno i loro ricercati archivi, accompagnati da sfilate ed esibizioni.
Al piano superiore le mostre d'arte contemporanea affiancheranno la retrospettiva dello stilista giapponese Issey Miyake.
Gli scavi romani dell'auditorium saranno la cornice della rassegna cinematografica internazionale curata dal film festival di Barcellona, mentre la domenica vedranno l'Urban Breakfast, un contest tra le migliori scuole di hip-hop della regione.
Preformance live, dj set e party saranno irrinunciabili appuntamenti di fine giornata.

Il Festival ha un suo preciso manifesto alla quale bisognerebbe attenersi per entrare con lo spirito giusto in questo importante manifestazione:
1. La prima regola è che non ci sono regole
2. Il passato è solido il futuro è liquido
3. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma
4. L'audacia e la creatività saranno elementi essenziali del nostro vestire
5. È il momento di guardarsi alle spalle per poter andare oltre

Per raggiungere la manifestazione presso il Centro culturale S. Gaetano di Via Altinate 71 a PADOVA si possono utilizzare i seguenti mezzi pubblici:
Tram: Fermata Ponti Romani
Bus: 3, 8, 16, 18, 22, 24, Riviera Ponti Romani e n. 10 Fermata Piazza Garibaldi

Qui per visualizzare il programma completo

vedi anche:

venerdì 2 settembre 2011

Vide grenier; puorquoi pas?

Oggi vi voglio parlare di qualcosa che è tipico della Francia e che da noi, in Italia, non riesce proprio a prendere piede: il vide-grenier, letteralmente svuota soffitta. Insieme ai mercatini dell'usato i vide-grenier sono uno dei maggiori divertimenti in Francia, secondi solo al cinema, tanto che vengono organizzate circa 50000 manifestazioni l'anno che mobilitano più di un milione di privati.



La differenza tra i mercatini dell'usato e le fiere dell'antiquariato è sostanziale: le seconde sono riservate ad esperti del settore, mentre i vide-grenier e le braderie, sono luogo di incontro soprattutto per privati appassionati.
Mi piacerebbe potermi concedere un fine settimana di caccia, in santa pace: sono sicura che porterei con me al ritorno dei trofei unici e originali, contagiata come sono dal virus del collezionista.

Del resto durante il recente viaggio a Parigi, (splendido! devo veramente ringraziare mio marito) non ho potuto fare a mano, in verità attendevo l'evento con trepidazione, di visitare i mercatini delle pulci alle porte della città, porte de Vanves e porte de Saint-Ouen. Credo sia una tappa obbligata per gli amanti del genere; mentre per ricercare pezzi di antiquariato prestigiosi è meglio recarsi nelle “chichissime” boutiques del Louvre des Antiquaires in rue de Rivoli.

Ricordo con molto piacere la mia prima volta a Parigi, più o meno 25 anni fa, quando molti bouquiniste, venditori di libri usati e d'occasione, erano aperti lungo le rive della Senna. All'epoca si sprecavano libri antichi, fumetti, cartoline datate, tanto che ne ho acquistate alcune da un signore molto anziano e fanno ancora bella figura in casa mia.
Ora la passeggiata è un po' meno interessante, perchè i bouquiniste sono stati contaminati da venditori di altri generi di mercanzia, soprattutto souvenir per turisti.

Il sogno che sto coltivando adesso e che conto di realizzare, prima o poi, è invece quello di andare a Lille, nell'estremo nord della Francia, dove ogni anno si tiene la più popolare braderie. La manifestazione quest'anno ha luogo proprio in questi giorni, dall'1 al 4 settembre; ha risonanza europea e conta più di due milioni di venditori, clienti affezionati, curiosi e ricercatori di rarità di ogni tipo. Le vie, le piazze e il centro della città fanno da teatro ad un enorme e gigantesco vide-grenier
Il tutto si svolge nell’arco di 36 ore consecutive ed è quindi impossibile riuscire a vedere anche solo la metà dell’intera braderie con i suoi 10000 venditori per un totale di 30 Km di bancarelle
La vendita prosegue per tutta la notte, i venditori assonnati vegliano sulla loro merce mentre gli acquirenti si aggirano muniti di torcia elettrica per evitare fregature.
I ristoranti del centro si sfidano nella specialità locale, le cozze: ognuno cerca di servire il maggior numero possibile di questi frutti di mare ed i gusci di tutte le porzioni servite vengono rovesciati davanti all’entrata del ristorante e, alla fine della festa, vince chi ha la montagna più alta davanti al proprio locale.


Gli obiettivi con i quali i “particuliers” decidono di partecipare al vide-grenier sono essenzialmente rivolti a mettere in ordine la soffitta o il garage. Il ritorno economico non è l’aspetto principale: l’importante è cercare di vendere e di liberarsi di mobili, utensili, giochi, libri, dischi, decorazioni, vestiti e tante altre cose non più utilizzate e riposte durante l'anno in soffitta o in cantina, non perché inutilizzabili, ma solo perché vengono sostituiti da oggetti nuovi.
Credo sia molto bello vedere i ragazzini che, dietro la loro bancarella, vendono per pochi euro i loro vecchi giocattoli o i fumetti già letti ad altri bambini.
Questi mercatini sono quindi un mezzo per donare una seconda vita a ciò che il venditore vede come roba ingombrante o “attira polvere”, ma che all’occhio del visitatore può risultare interessante, utile o singolare.

I visitatori sono di tutte le età, occasionali o appassionati, curiosi o collezionisti, tutti con la stessa idea in testa: trovare il super affare perché, effettivamente, i prezzi sono molto bassi e se ci piace negoziare le condizioni sono quelle ideali, soprattutto perché chi vende vuole liquidare il più possibile. La vastità e la svariata tipologia di cose esposte permettono di fare incontrare domanda ed offerta, soddisfacendo, così, i desideri di molti.

Lo svuota soffitta, inoltre, permette di incontrare e scambiare opinioni con altre persone; passeggiando tra queste bancarelle, osservando, toccando con mano alcuni di questi oggetti si scoprono cultura e tradizioni specifiche di quella regione e di quella città. E poi può capitare che l’occhio cada su un oggetto che evoca memorie della propria vita e che fa ripensare a momenti e ricordi rimasti in un angolo, ricoperti da uno strato di polvere.
E forse sono proprio i vecchi ricordi ciò di cui si va in cerca camminando in questi mercatini.

giovedì 1 settembre 2011

Teatro Rivoli: così se ne andrà un altro pezzo della nostra storia

Oggi vi rubo qualche minuto per parlarvi della mia città: Valdagno. E più precisamente del Teatro Rivoli che vanta il primato di struttura teatrale più grande del Veneto con quasi duemila posti distribuiti tra platea e loggia.



Venne costruito nel 1937 a seguito di un progetto iniziato nel 1928, anno in cui Gaetano Marzotto affidò all’architetto, Francesco Bonfanti il compito di realizzare l’intera ‘città sociale’ che sarebbe dovuta nascere dall’altra parte del fiume rispetto alla città storica.
In questa “nuova città, oltre alle case per dirigenti, impiegati ed operai impegnati nei vari corpi di fabbrica, erano previste opere assistenziali e socio-sanitarie come l’ospedale, la casa di riposo, le scuole, che coprivano l'intero ciclo di vita dei bambini dal nido alle superiori, ed anche istituzioni ricreative tra cui appunto un teatro. Secondo i dettami dell’ideologia fascista dell'epoca, fu chiamato Teatro Impero: era grandioso, capace di 1861 posti, all’avanguardia per tecnologia e riccamente decorato facendo ricorso a vari tipi di marmo.
Avrebbe dovuto svolgere diverse funzioni: palcoscenico per spettacoli teatrali e musicali e sala cinematografica, ma anche spazio dedicato a fini propagandistici e simbolici; inoltre era un vero e proprio monumento per la città, simbolo di grandezza ed espansione, nonché luogo adatto ad ospitare grandi manifestazioni ed eventi speciali, come fu l'8 dicembre del 1937 con la visita ufficiale a Valdagno di Badoglio.
Venne inaugurato il 28 ottobre 1937, alla presenza di oltre 5000 persone che assistettero alla proiezione di un film italo/tedesco; ed è da qui che ha inizio la lunga attività del teatro, o meglio, del cinematografo Impero.
Il Teatro era costruito sia da un punto di vista strutturale che acustico in maniera tale da render perfetta la visione da qualsiasi punto della sala, anche dall’ultima fila.
La storia di questo teatro coincide con i cambiamenti storici e sociali dell’intera nazione; dalla metà del 1945 l’Impero cambia nome e per pochi anni viene chiamato Teatro del Popolo in onore alla nuova ideologia generata dalla fine del secondo conflitto mondiale e diventa sede per riunioni socialiste.
Negli anni ’50 il clima politico si riassesta ed anche il Teatro trova finalmente un nome che terrà fino alla chiusura: Cinema Teatro Rivoli. Viene approntato anche il progetto di una nuova facciata che verrà realizzata e decorata alla fine degli anni quaranta dal veneziano Giuseppe Santomaso e sostituita in seguito a causa del deterioramento dei materiali.
Il Rivoli entra in crisi negli anni ’70; inoltre all’inizio degli anni ’80 vengono modificate le normative sulla sicurezza che costringono moltissime strutture in tutta Italia a chiudere non potendo disporre di fondi necessari per la ristrutturazione.
E questo è il destino che è toccato al Rivoli, troppo poco frequentato per giustificare un investimento economico per la ristrutturazione da parte della proprietà.
Il teatro fu chiuso ufficialmente il 30 giugno del 1981, fatta eccezione per 5 ultime rappresentazioni volute fortemente dal Club amici del teatro di Valdagno.
Ora il teatro è di proprietà della famiglia Talin che vorrebbe riportarlo agli antichi splendori; tuttavia la mancanza di risorse economiche necessarie per la sua ristrutturazione, minano alla base le possibilità di recupero della struttura, che si pensa di trasformare in un centro commerciale.
D'iniziativa di alcuni cittadini è stato costituito un comitato per sensibilizzare la popolazione sulla questione Rivoli e cercare contemporaneamente di trovare investitori interessati a mantenere il teatro.

Se come me credete che perdere un pezzo della propria storia sia come perdere una parte della propria identità, vi invito a firmare qui la petizione a sostengo del Comitato Teatro Rivoli nella sua azione di sensibilizzazione civica riguardo al futuro del Teatro, patrimonio storico e culturale della Città di Valdagno e nazionale.