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giovedì 1 settembre 2011

Teatro Rivoli: così se ne andrà un altro pezzo della nostra storia

Oggi vi rubo qualche minuto per parlarvi della mia città: Valdagno. E più precisamente del Teatro Rivoli che vanta il primato di struttura teatrale più grande del Veneto con quasi duemila posti distribuiti tra platea e loggia.



Venne costruito nel 1937 a seguito di un progetto iniziato nel 1928, anno in cui Gaetano Marzotto affidò all’architetto, Francesco Bonfanti il compito di realizzare l’intera ‘città sociale’ che sarebbe dovuta nascere dall’altra parte del fiume rispetto alla città storica.
In questa “nuova città, oltre alle case per dirigenti, impiegati ed operai impegnati nei vari corpi di fabbrica, erano previste opere assistenziali e socio-sanitarie come l’ospedale, la casa di riposo, le scuole, che coprivano l'intero ciclo di vita dei bambini dal nido alle superiori, ed anche istituzioni ricreative tra cui appunto un teatro. Secondo i dettami dell’ideologia fascista dell'epoca, fu chiamato Teatro Impero: era grandioso, capace di 1861 posti, all’avanguardia per tecnologia e riccamente decorato facendo ricorso a vari tipi di marmo.
Avrebbe dovuto svolgere diverse funzioni: palcoscenico per spettacoli teatrali e musicali e sala cinematografica, ma anche spazio dedicato a fini propagandistici e simbolici; inoltre era un vero e proprio monumento per la città, simbolo di grandezza ed espansione, nonché luogo adatto ad ospitare grandi manifestazioni ed eventi speciali, come fu l'8 dicembre del 1937 con la visita ufficiale a Valdagno di Badoglio.
Venne inaugurato il 28 ottobre 1937, alla presenza di oltre 5000 persone che assistettero alla proiezione di un film italo/tedesco; ed è da qui che ha inizio la lunga attività del teatro, o meglio, del cinematografo Impero.
Il Teatro era costruito sia da un punto di vista strutturale che acustico in maniera tale da render perfetta la visione da qualsiasi punto della sala, anche dall’ultima fila.
La storia di questo teatro coincide con i cambiamenti storici e sociali dell’intera nazione; dalla metà del 1945 l’Impero cambia nome e per pochi anni viene chiamato Teatro del Popolo in onore alla nuova ideologia generata dalla fine del secondo conflitto mondiale e diventa sede per riunioni socialiste.
Negli anni ’50 il clima politico si riassesta ed anche il Teatro trova finalmente un nome che terrà fino alla chiusura: Cinema Teatro Rivoli. Viene approntato anche il progetto di una nuova facciata che verrà realizzata e decorata alla fine degli anni quaranta dal veneziano Giuseppe Santomaso e sostituita in seguito a causa del deterioramento dei materiali.
Il Rivoli entra in crisi negli anni ’70; inoltre all’inizio degli anni ’80 vengono modificate le normative sulla sicurezza che costringono moltissime strutture in tutta Italia a chiudere non potendo disporre di fondi necessari per la ristrutturazione.
E questo è il destino che è toccato al Rivoli, troppo poco frequentato per giustificare un investimento economico per la ristrutturazione da parte della proprietà.
Il teatro fu chiuso ufficialmente il 30 giugno del 1981, fatta eccezione per 5 ultime rappresentazioni volute fortemente dal Club amici del teatro di Valdagno.
Ora il teatro è di proprietà della famiglia Talin che vorrebbe riportarlo agli antichi splendori; tuttavia la mancanza di risorse economiche necessarie per la sua ristrutturazione, minano alla base le possibilità di recupero della struttura, che si pensa di trasformare in un centro commerciale.
D'iniziativa di alcuni cittadini è stato costituito un comitato per sensibilizzare la popolazione sulla questione Rivoli e cercare contemporaneamente di trovare investitori interessati a mantenere il teatro.

Se come me credete che perdere un pezzo della propria storia sia come perdere una parte della propria identità, vi invito a firmare qui la petizione a sostengo del Comitato Teatro Rivoli nella sua azione di sensibilizzazione civica riguardo al futuro del Teatro, patrimonio storico e culturale della Città di Valdagno e nazionale.

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