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martedì 27 settembre 2011

Ancora collezioni: le scatole di latta

Non so se sia così anche per voi, ma nel periodo natalizio la spesa al supermercato è più piacevole da quando le ditte produttrici di dolciumi, che devono assecondare il gusto di noi consumatrici, hanno ripreso le scatole di latta come "confezione delle feste" per pandori e panettoni, dopo averle snobbate per anni, preferendo ricorrere al più economico cartone.
Quegli involucri colorati ti strizzano l'occhio, complici, dallo scaffale dove sono sistemati.
Ed è così che le scatole di latta entrano nelle nostre case, un po' in punta di piedi, per poi riconquistare un posto in evidenza, proprio come era nel passato.
Se le scatole sono antiche, infatti, la schiera dei collezionisti è vasta ed il motivo di questo interesse è spiegabilissimo, dovuto al fascino irresistibile dei disegni riprodotti. Quando se ne trova una in casa che si era proprio dimenticata, è come aprire una parentesi sul passato perchè è sicuramente piena di bottoni, figurine, vecchie foto ingiallite e sembra profumare ancora di biscotti, cacao, caramelle, talco, cipria, tabacco...



Nate da una particolare esigenza, la conservazione dei prodotti alimentari, utilizzate all’epoca di Napoleone come contenitori di porzioni per l’esercito, cominciano a prendere forma nel primo quarto di secolo dell’Ottocento.
Il materiale di costruzione è l’acciaio, lavorato in fogli sottili e ricoperto di stagno dotato di caratteristiche ottimali quali duttilità, costo contenuto, valore igienico e conservativo. L’industrializzazione impone la necessità di far viaggiare i prodotti alimentari, ma anche chimici o manifatturieri, in appositi contenitori. E la scatola di latta arriva a proposito.
Ma il lancio definitivo va attribuito all’industria dolciaria; a Torino la Caffarel, per rispondere alle richieste dei consumatori ed incrementare le vendite, comincia a proporre i propri prodotti in scatole di latta, che poi diventano utili contenitori domestici, per qualsiasi esigenza.
Riportando il nome della ditta e del prodotto, inoltre, si trasformano in un veicolo pubblicitario.
Con l’avvento della cromolitografia e della relativa tecnica per applicarla su metallo, alla fine dell’Ottocento, si inizia ad inscatolare di tutto: biscotti, cioccolato, caffè, caramelle, torrone, per quanto riguarda i prodotti alimentari, ma anche lucido da scarpe, tabacco, prodotti farmaceutici e la mitica pastiglia Leone.
E pensate forse che io non abbia nemmeno una di queste scatole di latta? Certo, ma per le foto di qualche pezzo della mia collezione ci vediamo al prossimo post.

2 commenti:

  1. quanto mi piacciono le scatole di latta! Ne ho qulcuna che ha la sua bella età...in origine di caramelle e trasformata in contenitore di bottoni di ogni tipo....
    è vero, stanno ricominciando a circolare, e sono utilissime, soprattutto per conservarci biscotti e meringhe...

    Grazie!

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  2. ne ho parecchie, quelle che più mi piacciono sono due scatole della
    De Coster, coniate per il matrimonio dell'ultimo re d'Italia con
    Maria Josè del Belgio.

    RispondiElimina

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