E' vero che a casa nostra, un po' per
pigrizia ed un po' per comodità, siamo abituati a posateria,
bicchieri e piatti destinati ad essere lavati in lavastoviglie. E
quando poi, soprattutto durante le feste, ci decidiamo a tirar fuori
dall'armadio “quel” servizio, il famoso servizio buono, magari
con il bordo dorato orgogliosi della bella figura che fa sulla
tavola, passiamo il resto della giornata di pessimo umore per tutte
le attenzioni che dobbiamo dedicare ad ogni piatto, sia nella fase di
lavaggio, che in quella di asciugatura.
In ogni caso credo che ne valga la
pena, anche se i nostri servizi di “piatti speciali” non possono
certo competere con il servizio regale della manifattura
Antonibon che è in esposizione in questi giorni e fino al 27 gennaio
2013 a Vicenza, presso Palazzo Thiene, in corso Palladio, dove è allestita la mostra “Un regale servizio da tavola
della manifattura Antonibon; dalla Corte d’Olanda a Palazzo Thiene”
un esempio notevolissimo e pregevolissimo di art de la table
settecentesca della manifattura Antonibon di Nove.
E' noto a tutti come Nove sia ancora un importante centro di produzione della ceramica in provincia di Vicenza.
Se avete un po' di tempo, una capatina
alla mostra “val bene una messa”; la mostra si inserisce nel
progetto culturale proposto dalla Banca Popolare di Vicenza ed è rivolto alla
salvaguardia dei capolavori veneti dalla dispersione sui mercati
mondiali.
Il servizio antico esposto è composto
da 132 stupefacenti pezzi da tavola finemente decorati con i motivi
tipici della “frutta barocca” con un fondo cioè in cui sono
rappresentati gruppi multicolori dei migliori prodotti del frutteto
e dell'orto, prevalentemente presenti sulle mense venete del
Settecento: mele, pere, uva, ciliegie, fichi, susine …e poi zucche,
verze, carciofi, rape come antologia del “delimitato” infinito
del nutrimento vegetariano domestico, avente per "recinto" capricciosi fiorellini, strappati alle aiole del giardino
contiguo.
In questo caso non siamo solo di fronte
ad un eccellente manufatto dei grandi ceramisti Antonibon, ma ad un
servizio appartenuto alla Regina Giuliana d’Olanda, sovrana dal
carattere amabile e dai modi gentili, che fu tanto amata dagli
Olandesi e che aveva una particolare predilezione per l’Italia,
dove amava recarsi spesso in villeggiatura nella sua villa di Porto
Ercole sull’Argentario.
Si dice il servizio sia giunto a corte come dono offerto da un ospite di rango, o che possa essere stato il frutto di una raccolta antiquaria arricchitasi, forse, sulla spinta della passione collezionistica della stessa Regina Giuliana; comparendo, inoltre, negli archivi della residenza di Stato destinata all’accoglienza degli ospiti della casa reale, si presume venisse utilizzato in occasione di banchetti e ricevimenti a corte.
Si dice il servizio sia giunto a corte come dono offerto da un ospite di rango, o che possa essere stato il frutto di una raccolta antiquaria arricchitasi, forse, sulla spinta della passione collezionistica della stessa Regina Giuliana; comparendo, inoltre, negli archivi della residenza di Stato destinata all’accoglienza degli ospiti della casa reale, si presume venisse utilizzato in occasione di banchetti e ricevimenti a corte.
L’eccezionale qualità dei manufatti,
la dovizia delle decorazioni, unite al gusto della Regina Giuliana e
alla sua predilezione per l’arte italiana, hanno contribuito al
successo di questo capolavoro veneto presso la corte d’Orange e
confermato quanto l’arte della ceramica sia evidentemente slegata
dalla vecchia definizione di “arte minore”, raggiungendo vertici
di straordinaria qualità.
Diversi anni dopo la morte della sovrana, avvenuta nel 2004, il servizio da tavola fu messo sul mercato antiquario dal quale Banca Popolare di Vicenza l’ha acquisito integrandolo nelle sue collezione e salvaguardandolo quindi dalla dispersione.
Diversi anni dopo la morte della sovrana, avvenuta nel 2004, il servizio da tavola fu messo sul mercato antiquario dal quale Banca Popolare di Vicenza l’ha acquisito integrandolo nelle sue collezione e salvaguardandolo quindi dalla dispersione.
C'è tempo solo fino al 27 gennaio, da venerdì a
domenica, dalle ore 10 alle 18; l'ingresso è libero (solo visite guidate martedì,
mercoledì e giovedì ore 10-18).
Ciao cara Desi, bello e interessante quello che dici sul tuo post ma sono un po' distante da Vicenza.Colgo l' occasione per augurarti un felice anno nuovo .
RispondiEliminabaci Valy.