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domenica 15 settembre 2013

E' arrivato il momento del Grey Pride

La mia recente avventura tra ospedali e tutori per la frattura al trochite e la conseguente immobilità/reclusione sul divano di casa, mi hanno consentito di portare a termine una vecchia idea che mi frullava in testa già da un po' di tempo: non tingermi più i capelli. Stavo cercando il modo di farlo, di trovare un’alternativa alla schiavitù della tinta, ad un’immagine ritoccata e colorata ad ogni costo.
Ed ero oramai sicura di essere assolutamente allineata nella mia scelta, convinta soprattutto di non far niente di male dato che da un po’ di tempo quella di mostrare i propri capelli bianchi è una “tendenza glamour”, complici le immagini presenti in rete dove imprenditrici, donne socialmente impegnate ed anche attrici si fanno sempre più notare in versione naturale o con una curatissima chioma argentata.

E mi sono resa conto, invece, che la "testa grigia” è ancora grandemente rifiutata, interpretata come uno dei primi segni, forse il più visibile, di invecchiamento.
Ne è riprova il fatto che il mio ritorno al lavoro ha coinciso con la testuale frase di un collega maschio: “Ma come sei invecchiata in quest'ultimo periodo, quanti capelli bianchi...”

Hanno fatto seguito, da parte mia, almeno cento punti esclamativi.
Certo questo collega mi era già antipatico prima di questa uscita; l'ho sempre considerato molto poco fine, ma .... chi gli ha chiesto qualcosa? 
E' veramente sicuro che mi interessi il suo parere sul mio rinnovato look o, peggio ancora, un suo apprezzamento o non apprezzamento?

In ogni caso queste uscite, assolutamente gratuite, ti obbligano a riconfrontarti con il tempo e con una immagine di te che cambia, inevitabilmente, quando hai passato i cinquant'anni, anzi che inizia a cambiare già molto prima.
L'età che sto vivendo è un'età sulla quale si legge di tutto, anche delle grandi sciocchezze: che oggi non è più quella “di una volta”, che la felicità ricomincia, che la famosa crisi non esiste oppure che arriva più tardi, che gli anni non li dimostri o non li senti, che sempre più cinquantenni diventano mamme, che seducono ancora, che hanno ancora un sacco di numeri, che raggiungono posizioni lavorative interessanti, e chi più ne ha più ne metta.
Un sacco di parole vuote e senza senso, banalità estreme, luoghi comuni a manetta, che non ci aiutano a dare la giusta attenzione a questa fase della nostra vita.
Sembra quasi che ti si voglia far credere che sia l'età più bella, se somiglia a quelle precedenti, se si riesce in qualche modo ad ingannarla, negando a tutti i costi gli evidenti cambiamenti in corso.
E' molto più difficile capirne la bellezza cercando di starci dentro, elaborando le richieste che ci presenta, leggendo le inevitabili trasformazioni fisiche e psicologiche evidenti come segno di evoluzione personale.
Non credo quindi che siano i capelli lasciati ad imbiancare naturalmente a determinare come stiamo evolvendo nel tempo. Fondamentale è accettare ciò che si è o si sta diventando, affrontando questa condizione di trasformazione senza negarla, ostentarla o bloccarla, come dire che il tempo può passare anche sul mio corpo senza sconvolgermi, che l’età avanza, ma che posso essere me stessa ed utile agli altri anche con i capelli grigi.
In ogni caso quel mio collega maschio sia avvisato: lo aspetto al varco. La vendetta si dice sia un piatto che va consumato freddo.

4 commenti:

  1. Come ti capisco! Io però non ce la faccio a non tingermi più! Sono stata a una cena di classe dove un paio di compagne erano passate al grigio e purtroppo non l'ho trovata una scelta vincente. Sono comunque infastidita anch'io da questi articoli che vogliono farti credere che i 50 sono i nuovi 40 e che una ha mille possibilità...ma dove? Io già a 40 non sono riuscita a tornare a lavorare (nessuno mi ha voluta) e certo non ho pensato di avere altri figli, figurarsi adesso! Nonostante assidue visite dal dermatologo e ginnastica, la tonicità è solo un ricordo e il declino è inarrestabile. Altro che fregnacce (l'ultima su la 27esima ora del Corriere...).
    Comunque il tuo collega è stato proprio maleducato.

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    Risposte
    1. Annalisa cara, certo ti capisco anch'io. Ma nel mio caso ho preferito fare di necessità virtù....
      Poi non si tratta di niente di trascendentale.
      I problemi veri sono ben altri e, tra questi, quello più grave è proprio quello che segnali tu: per chi una "certa età" non c'è lavoro.
      Allora prima non c'è lavoro perchè si è troppo giovani e non si ha esperienza e poi non c'è lavoro perchè si prefesisce investire in chi è più giovane. In generale ci si sente un po' derise, per voler mantenere un minimo di bon ton nelle frasi.
      Per chiudere: sulla maleducazione del collega c'è ben poco ancora da dire. Mia nonna diceva spesso questa frase "eh... arrivarà anche par ti san fermo!!!". Da piccola non riuscivo a spiegarmela, ma adesso me la ripeto mentalmente ogni volta che "incontro" questi esempi di classe e buon gusto.
      A presto!

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  2. che bello questo post!
    parole toccanti, piene di sentimento....mi piace l'idea della tua voglia di decidere su te stessa......ottimo!
    un abbraccio
    Annalisa(tra un anno 50ntenne!)

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  3. http://shabbyloggettoripensato.blogspot.it/
    Annalisa

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