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venerdì 1 aprile 2011

Ma il tuo giardino è alla moda?

Ma non è strana questa domanda che mi ha fatto una collega la scorsa settimana quando, alla macchinetta del caffè, le avevo detto che avevo già dato una “regolatina” a quello che rimaneva del mio prato dopo un triste e lungo inverno?

Non so perché, ma mi sono messa a pensare come, invece, sia vero che anche i giardini seguono la moda del momento. A guardare bene, in base al tipo di essenze piantumate, si può arrivare a darne una datazione abbastanza veritiera: palme, araucarie, forsithie, aceri giapponesi rossi, sono tutti identificativi di un’epoca e di una moda; ogni anno gli ibridatori lanciano un nuovo tipo di fiore per il balcone, anche per invogliare i “tradizionalisti” a cambiare un po’ l’arredo del balcone.



Anche le ortensie hanno subito l’insulto delle mode; infatti fino ad un decennio fa, quasi più nessuno le voleva coltivare: se ti capitava di riceverne una in regalo, solitamente tentavi di riciclarla, riesumando vecchie zie che avevano sicuramente un giardino adatto ad ospitare piante che venivano considerate decisamente “démodé”.
Ma le ortensie non sono finite nel dimenticatoio, stanno vivendo una seconda giovinezza e già da un po’ sono tornate prepotentemente alla ribalta, da tante che sono, in un incredibile assortimento di forme, colori, dimensioni ed esigenze.
Il lungo periodo di oblio è stato determinato anche dal fatto che sul mercato veniva proposta quasi esclusivamente la specie più nota, Hydrangea macrophylla, tanto da diventare un po’ noiosa. Nuove cultivar importate da Cina, Giappone o create dagli ibirdatori a “capigliatura arruffata” (“Mophead”) e quelle a “cuffietta di merletti” (“Lacecap”) si stanno ora imponendo sul mercato e stanno conquistando piano piano una loro platea.



Oggi abbiamo a disposizione ortensie adatte ad inserirsi in qualsiasi situazione: come bordure ai lati di un viale di ingresso per chi ha un grande giardino e di dimensioni medio-grandi per i giardini più piccoli che si possono utilizzare da sole, come se si trattasse di piccoli alberi fioriti. Un altro utile impiego le vede piantate contro un muro o una parete, dove possono diventare elemento di varietà nei confronti delle piante rampicanti. Edera o altro, che crescono alle loro spalle.




Se, come me, siete patiti di giardinaggio “teorico”, cioè di quel tipo di giardinaggio non operativo e faticoso che si limita alla lettura di riviste specializzate tipo Gardenia o Giardinaggio, non vi sarà sfuggito come le ortensie stiano tornando prepotentemente.

A tale scopo un giro sul sito www.pbortensie.com di Rita Paoli ed Alessandra Borgioli può aprirvi un mondo: si tratta infatti di uno dei vivai più importanti d’Italia, nato nel 1998.

Gioca a loro favore il fatto che qualunque tipo di terreno può andare bene, purchè non sia troppo duro e ricco in argilla, nel qual caso deve essere corretto con un buon terriccio per acidofile. Si sa che le ortensie amano l’acqua, il nome stesso lo suggerisce; è comunque indispensabile assicurare loro un buon drenaggio. Tramite prodotti specifici si può incidere sui colori delle infiorescenze: il suolo acido stimola la produzione del blu, mentre quello alcalino cambia il colore in rosa. Quindi se il nostro terreno ha un pH compreso tra il 4,5 e il 5 i fiori saranno blu, mentre con pH 6-6,5 si hanno fiori rossi o rosa. Nei terreni neutri si possono aggiungere prodotti con solfato d’alluminio per stimolare la produzione di blu, mentre si agisce sul terreno acido con carbonato di calcio per avere il rosso.

Alcune di loro (quercifolia, arborescens, pani culata) sopportano sino a meno 20°C; macrophylla e serrata sino a meno 10/12°C; aspera e involucrata solo sino meno 7/8°C.




In giardino di adattano bene alla mezz’ombra o all’ombra che sono da preferirsi al sole pieno, anche se la quercifolia si può adattare.
In genere, non andrebbero potate del tutto, fatta eccezione per l’eliminazione di fiori e rami secchi e lo sfoltimento dei getti centrali più vecchi, allo scopo di dare più luce all’interno dell’arbusto. Se si vuole potare, occorre differenziare fra le varie specie poiché alcune fioriscono sul ramo dell’anno precedente. Per tutte è indicata una moderata potatura di riordino.

Non sono difficili da coltivare, perché si tratta di piante affidabili, versatili, generose, che si adattano a molte condizioni ambientali, anche le più disparate ed è questo il motivo per cui anch’io le ho piantate nel mio giardino, in attesa di vedere i risultati sperati.

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